martedì 10 giugno 2008

Calcio e coerenza

Qualche tempo fa, in una lontana ed esotica landa esotica, terra di Hwarang Do, Tangsu Do, ed altre Arti Marziali, c'era uno stadio dal verde manto erboso, dove un giocatore di pallone si infortunò.
Se il pallone fosse stato in possesso dei giocatori italiani, questi lo avrebbero sportivamente buttato fuori per permettere i soccorsi al malcapitato.
Ma, per sua sfortuna, il pallone era in possesso dei suoi compagni di squadra, che, vista una buona occasione di segnare, se ne infischiarono delle sofferenze del compagno.
Ma le cose non andarono come speravano, e il pallone tornò in possesso degli italiani.
In quell'occasione, ai fini del fuorigioco che ci beffò, il giocatore a terra, ben all'interno del rettangolo di gioco, non contò.
Così fummo eliminati.

Tale fu il mio disgusto, che da allora mi tengo non troppo vicino al calcio, e mi occupo di altre cose, anche se estraniarsi completamente dal calcio è quasi impossibile.

Ora che vedo ?
Rischiamo di essere eliminati una seconda volta, e questa volta perché il giocatore infortunato, che allora NON contava, ORA conta, anche se ora stava FUORI del rettangolo di gioco.

Che dire ?
Tutto il mondo fu dalla parte di Zidane quando dette la testata a Materazzi,
ma bisognava capirli
primo, perché Zidane è stato un grande giocatore di calcio (tecnicamente),
e poi perché la persona a cui dette la testata, era SOLO UN ITALIANO.

Cosa volete che contino gli Italiani, a questo mondo ?

Avrei voglia di abbandonare del tutto il calcio e dedicarmi a cose più serie.

Secondo me.

1 commento:

Giovanna Montorsi ha detto...

Penso, come te, che il calcio sia da guardare a piccolissssime dosi....
mentre cadono gli aerei (leggi Sudan e Toncontin)...qui si pensa agli europei!
Sono lontana, ma ti leggo!
bacissimi