Per i ragazzini nati nelle vicinanze di Maranello è, ancora oggi, molto naturale crescere con un sangue “rosso”.
Se poi hai anche un papà, pilota dilettante, amico fraterno del Drake, dei fratelli Orsi, in quel tempo proprietari della Maserati, di Peter Collins, di Taruffi e di tutta la cricca, il gioco è fatto!
La casa si riempie sempre di personaggi delle corse e diventa consuetudine andare di notte a Rovigo o a Padova per vedere passare le Mille Miglia …(con un freddo ed una fame che non vi dico!!!). E tu, attonita, guardi questi personaggi che parlano e parlano e parlano di automobili, di corse e di donne.
Poi finalmente diventi ragazzina e cominci a seguire i Gran Premi, non in televisione, ma direttamente sul “campo”. A volte con il genitore, a volte sola (poche, purtroppo!), molto più spesso con amici che ti rimorchiano, magari infastiditi dalla tua giovanissima età, ma sei figlia di un amico del Commendatore ed affidata a loro! Una piattola, insomma!
E in quel mondo ti trovi a tuo agio: diventi amica di Bandini, di Scarfiotti, di Mauro Forghieri, di Gozzi, dei meccanici, degli ingegneri, dei giornalisti e ti permettono cose che sarebbero un sogno per moltissimi: come, ad esempio, stare ai box durante la gara.
Inoltre, è facilissimo entrare al vecchio circuito di Modena, dove si svolgono, quasi tutti i giorni, le prove.
Un mondo fantastico, spesso sognato ed agognato, ma per noi, ragazzini modenesi, quasi sempre a portata di mano: di motori non capisci niente, ma puoi stare sui muretti e bearti guardando le evoluzioni dei tuoi beniamini, ascoltando quel rombo e quel profumo inconfondibile di olio di ricino.
E parallelamente alla felicità di fare parte di quel mondo dorato ed esclusivo, iniziano anche i primi lancinanti dolori. I tuoi amici, in quel carosello infernale, muoiono e tu senti di averli amati tantissimo e pensi che la Formula 1 finirà con loro…ma ti sbagli!
(continua…)
giovedì 6 marzo 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento